Dopo la rapida sosta a Las Vegas, recuperata la nostra macchina a noleggio siamo partiti alla volta dei Parchi Nazionali dell’ovest e delle riserve Navajo dell’Arizona. Nonostante avessimo già programmato il giro con l’agenzia, questa parte di viaggio è stata una vera avventura!
Appena poche miglia fuori da Las Vegas, il panorama cambia drasticamente e tutto l’artificio e lo sfarzo della sin city sembra lontanissimo – una strada drittissima, in mezzo al niente . Il parco nazionale di Bryce Canyon, prima tappa del nostro on the road, distava 4 ore in macchina; durante il tragitto, siamo stati colti alla sprovvista da un temporale assurdo, tanto che l’iPhone ci ha inviato una notifica di allerta meteo, invitandoci ad abbandorare la zona! Fortunatamente, ne siamo usciti senza problemi e siamo arrivati in albergo, ormai a notte inoltrata… eh già, perchè non avevamo considerato che dal Nevada allo Utah c’è una fascia oraria di differenza, e quindi siamo arrivati un’ora dopo rispetto a quanto pensavamo! Il ristorante era già chiuso e intorno non c’era niente di aperto, quindi abbiamo cenato con un magnifico barattolo di macaroni & cheese istantanei e un panino farcito con un affettato dalla dubbia natura…
Il mattino seguente, colazione spartana in camera e via alla volta del Bryce Canyon. Come la maggior parte dei parchi, anche Bryce è visitabile con la propria auto; oltretutto, noi siamo arrivati prima dell’orario di apertura, l’ingresso era libero e non abbiamo dovuto pagare. Bryce è un anfiteatro naturale famoso per i suoi hoodoos, pinnacoli di roccia di un arancio intensissimo. Per godersi la bellezza del parco, ci sono diversi punti panoramici e itinerari a piedi, la cui durata è sempre indicata alla partenza.
Dopo aver trascorso l’intera mattina nel parco, ci siamo fermati per una hamburger da Wendy’s e poi siamo ripartiti alla volta della tappa successiva. Con un’ora di vantaggio (e almeno 15 gradi in più!) siamo arrivati a Page, in Arizona. Nel tardo pomeriggio abbiamo visitato Horseshoe Bend: il fiume Colorado ha scavato un solco nella roccia profondo 300 metri, dandole una forma che ricorda un ferro di cavallo, da cui il nome. Vertigini e ventate di sabbia violentissime a parte, una vista assolutamente mozzafiato.
Abbiamo cenato in un locale istituzione di Page, il Big John’s Texas BBQ – carne alla brace, noccioline e un’orchestrina country, praticamente la versione americana della sagra di paese!
La mattina seguente avevamo prenotato, con diversi mesi di anticipo, la visita all’Antelope Canyon. Trattandosi di una riserva Navajo, la zona non è visitabile in autonomia, ma solo attraverso tour guidati. Le foto parlano da sole, si stenta davvero a credere che quelle rocce levigate e quelle pennellate di colore siano esclusivamente opera dello scorrere di acqua e vento da nord a sud del canyon.
Dopo aver ammirato tanta bellezza naturale, non abbiamo resistito al richiamo della vera “sboronata”: vicino al nostro motel c’era un poligono di tiro indoor, e abbiamo deciso di provare a sparare con delle vere armi… una botta di adrenalina pazzesca! Per loro è una cosa del tutto normale, e non capivano il nostro stupore: “So how do you spend your free time in Italy? Don’t you have shooting ranges?”
La tappa successiva non distava moltissimo, quindi abbiamo fatto una sosta non programmata al Lake Powell, un enorme bacino artificiale circondato da terre rosse. Il tempo di un bagno e un po’ di sole, e siamo ripartiti verso la Monument Valley.
Sono felice di aver insistito per alloggiare al “The View Hotel“, che si trova proprio all’inizio del tribal park: la struttura è gestita interamente da Indiani Navajo, e una volta entrati nella nostra (bellissima) camera, il perchè l’albergo porti questo nome ci è stato subito chiaro – non è da tutti i giorni ammirare dal proprio balcone una vista così. Un’ottima cena tipica e a letto presto, l’indomani la sveglia era puntata prima dell’alba, perchè una delle esperienze più belle qua è proprio vedere il sole far capolino tra due colossi rocciosi, in un silenzio assoluto.
La Monument Valley è visitabile, con le dovute limitazioni, con la propria auto, ma noi abbiamo scelto di fare un’escursione in jeep con una guida del posto, per poter esplorare anche le zone protette e immergerci nella cultura locale; le visite guidate partono direttamente dal parcheggio dell’hotel, non occorre prenotare e sebbene abbiano un certo costo (noi abbiamo speso 75 $ a testa) meritano davvero. La nostra guida, un simpatico ragazzo Navajo, ci ha portati nel cuore della riserva raccontandoci la storia e le tradizioni dei suoi antenati… non ho dubbi nell’affermare che la Monument è in assoluto il luogo che più mi ha conquistata di tutto il viaggio.
Percorrendo circa 160 miglia sulle statali 160, 89 e 64, e salendo – senza rendercene conto! – a oltre 2.000 metri di altitudine, siamo arrivati al Grand Canyon nel tardo pomeriggio. Entrare nel parco è stata una vera sorpresa: mai mi sarei aspettata un paesaggio montano, che ricorda le Alpi, se non fosse per l’incredibile solco che il fiume Colorado ha scavato nella terra. Abbiamo alloggiato in un Lodge interno al parco, di fatto un enorme villaggio integrato perfettamente nella natura. Il mattino seguente abbiamo percorso a piedi il South Rim Trail, un camminamento di 5 km che segue tutta la sponda meridionale dal Canyon, offrendo tantissimi punti panoramici. Quante volte Lorenzo ha perso la pazienza mentre io cercavo di arrampicarmi nei punti più assurdi per scattare foto! La passeggiata è molto piacevole e non impegnativa, anche se in estate il sole picchia di brutto.
Il nostro on the road stava per concludersi, e ci attendeva il ritorno alla civiltà. Prima di arrivare a Phoenix, tappa intermedia sulla strada per Los Angeles, abbiamo deciso di fare una deviazione per visitare Williams, cittadina celebre perchè è stata l’ultima in assoluto ad essere attraversata dalla Route 66, prima della sua dismissione nel 1985. Sicuramente una degna conclusione di questa parte del viaggio.
Sono passati appena 6 mesi, ma io già sogno di tornare in questi luoghi: attraversando Utah e Arizona abbiamo assaporato gli Stati Uniti autentici, e che gusto!!
Vi aspetto nei prossimi post, il racconto di viaggio continua…
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Itinerario
San Francisco
Las Vegas e On The Road
Los Angeles
Antigua
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